“Università dei rifugiati”, la sfida per l’integrazione di UNINETTUNO. Il Rettore Maria Amato Garito: «Aiutarli significa aiutare noi stessi» | Sanità Informazione (2024)

Tra i servizi offerti il riconoscimento dei titoli e uno sportello telematico per l’accesso al medico. Il primo iscritto un ragazzo siriano che vive in un campo profughi in Libano. Plauso all’iniziativa da Onu e Unesco. Quattro le lingue dei corsi: inglese, francese, arabo e italiano

Istruzione ed educazione per far integrare i migranti. È la ricetta semplice ma di questi tempi non scontata che l’Università telematica UNINETTUNO ha deciso di mettere in campo con il progetto “Università per i rifugiati”, che il primo anno ha visto la partecipazione di 50 studenti tra richiedenti asilo e rifugiati che hanno assistito ai corsi online senza dover pagare alcuna retta: 37 sostenuti dalla stessa università e 13 dalla Fondazione Cariplo. Dalla Repubblica Centrafricana al Pakistan, dall’Uganda all’Honduras, la mappa degli iscritti copre gran parte del globo.

Un progetto che continua a ricevere riconoscimenti per l’alto valore sociale: dopo quello dell’Unesco anche l’Onu ha sottolineato la bontà dell’iniziativa. Si tratta di un portale (www.universitaperrifugiati.it) per consentire a rifugiati e immigrati di accedere all’università da qualsiasi parte del mondo. Questo strumento consente il riconoscimento dei titoli di studio già conseguiti dai rifugiati e dagli immigrati nei loro paesi di origine, e il riconoscimento delle loro competenze professionali per facilitare l’accesso ai corsi di laurea, master e corsi di qualificazione professionale dell’università. Quattro le lingue dei corsi: inglese, francese, arabo e italiano. Tra i servizi offerti anche alcuni riguardanti il mondo della sanità con le risposte alle principali domande che gli stranieri si pongono quando interagiscono con una struttura sanitaria del paese ospitante, pubblica o privata, per facilitargli l’accesso alle cure e al primo soccorso oltre a uno sportello telematico che consentirà loro l’accesso al medico di famiglia, pronto soccorso, visite specialistiche, interventi chirurgici.

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“Università dei rifugiati”, la sfida per l’integrazione di UNINETTUNO. Il Rettore Maria Amato Garito: «Aiutarli significa aiutare noi stessi» | Sanità Informazione (1)«Sono tantissime le persone costrette a migrare e che vengono catalputate nelle nostre realtà, nelle nostre società senza che però si faccia molto per inserirle e aiutarle – spiega a Sanità Informazione il rettore della UNINETTUNO Maria Amato Garito – Questo progetto nasce proprio dalla convinzione che aiutare queste persone significa aiutare noi stessi. L’obiettivo è offrire gli strumenti perché possano progettare insieme a noi il nostro futuro, dargli gli strumenti culturali, trasferire quelle conoscenze e quelle competenze ma anche quelle metodologie di studio e di approfondimento, di analisi della realtà legata alle nostre culture. Viviamo tutti sotto lo stesso tetto che è il cielo. Molti di loro erano grandi professionisti, persone che studiavano nelle loro università e poi si sono visti costretti, a causa delle guerre, a scappare, non avere più niente in mano per costruire il proprio futuro. La nostra università ha sentito il bisogno di dare a queste persone una opportunità di poter continuare per iniziare o continuare un percorso di studi».

Il primo iscritto dell’Università, avviata a inizio 2017, è stato un ragazzo siriano, Harout, che vive come rifugiato in una tenda di un campo profughi del Libano, originario di Aleppo, ed è studente al corso di laurea in Ingegneria Informatica. Oltre a Harout, il 60% degli iscritti al portale “Università per i Rifugiati” sono siriani rifugiati in Germania: anche loro hanno cercato su Google gli strumenti per riprendere il proprio percorso di studi interrotto, e per realizzare il loro sogno di studiare nonostante il loro status di rifugiati.

«Siamo i primi al mondo ad aver creato questo tipo di iniziativa a distanza – continua Garito – I nostri studenti provengono da tantissimi paesi diversi. Già alla UNINETTUNO gli studenti provengono da 167 paesi del mondo, grazie al nostro modello pedagogico che è fatto tutto su internet dove nella piattaforma si trovano videolezioni digitalizzate, libri, esercizi, interazioni con i tutor».

Una scelta coraggiosa quella della UNINETTUNO proprio in un momento in cui il tema dell’immigrazione è al centro dell’agenda politica e i toni del confronto pubblico sull’argomento sono spesso molto accesi. Ma questo non preoccupa la professoressa Garito. «Non temo nessuna critica – sottolinea il Rettore dell’Università telematica – Al di là del dibattito, non si può non essere d’accordo se tu a queste persone gli vuoi dare conoscenze e competenze e gli strumenti per far capire meglio. Quando tu offri i tuoi modelli formativi, riempi la loro mente di conoscenze, queste persone riprendono la dignità, riprendono a sognare con noi. Chi vuole ricominciare a studiare è una persona che vuole sviluppare un futuro, lo svuole sviluppare con dignità e allora tutti possono capire il grande valore che può avere la formazione e l’educazione per queste persone disperate che hanno dovuto lasciare tutto nel proprio paese e a cui spesso viene rubata anche la dignità. Farli studiare, fornire loro gli strumenti per cominciare una vita migliore non può avere critiche».

“Università dei rifugiati”, la sfida per l’integrazione di UNINETTUNO. Il Rettore Maria Amato Garito: «Aiutarli significa aiutare noi stessi» | Sanità Informazione (2024)
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